A partire dal 1° gennaio 2020 è diventata operativa la 
nuova 
misura di promozione dell'economia locale introdotta dall'articolo 30-ter del decreto Crescita 
(Dl 34/2019 convertito dalla legge 58/2019). E i Comuni fino a 
20.000 abitanti ne sono protagonisti, dato che sono chiamati a erogare direttamente i contributi ai privati 
commisurati all'entità delle tasse locali pagate. Si tratta di un tema molto 
caro a Uncem per il quale abbiamo fatto un particolare lavoro e molta attività 
istituzionale.
 
Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire come funziona il nuovo 
meccanismo incentivante.
 Beneficiari 
Possono beneficiare dell'agevolazione gli esercenti 
che procedono all'ampliamento di esercizi commerciali già esistenti o alla 
riapertura di esercizi chiusi da almeno sei mesi, situati nei territori di Comuni con popolazione fino 
a 20.000 abitanti. A essere interessati sono gli esercizi di artigianato, 
turismo, fornitura di servizi destinati alla tutela ambientale, alla fruizione 
di beni culturali e al tempo libero, nonchè di commercio al dettaglio, compresa 
la somministrazione di alimenti e bevande tramite esercizi di vicinato o medie 
strutture di vendita. A questo fine è necessario essere in possesso delle 
abilitazioni e delle autorizzazioni richieste per lo svolgimento delle 
attività. Per gli esercizi il cui ampliamento comporta la riapertura di ingressi 
o di vetrine su strada pubblica chiusi da almeno sei mesi nell'anno per cui è 
chiesta l'agevolazione, il contributo è concesso per la sola parte relativa 
all'ampliamento medesimo. Restano invece escluse:
• le attività di compro-oro, le sale per scommesse o 
che detengono al loro interno apparecchi da intrattenimento;
• le aperture di nuove attività e le riaperture, 
conseguenti a cessione di un'attività preesistente da parte del medesimo 
soggetto che la esercitava in precedenza o, comunque, di un soggetto, anche 
costituito in forma societaria, che sia a esso direttamente o indirettamente 
riconducibile.
 Ammontare 
dell'agevolazione 
Si prevede l'erogazione di contributi nell'anno in cui 
avviene l'apertura o l'ampliamento degli esercizi e per i tre successivi, parametrati 
all'ammontare dei tributi locali dovuti dall'esercente e regolarmente pagati 
nell'anno precedente a quello nel quale è presentata la richiesta di 
concessione. Vi rientrano quindi l'Imu, la Tasi, l'occupazione di suolo 
pubblico, la tassa sui rifiuti, l'imposta comunale sulla pubblicità e anche il 
canone patrimoniale che debutterà nel 2021 e che assorbirà i tributi minori. Il 
contributo potrà arrivare sino a coprire il 100% delle tasse locali 
corrisposte, fermo restando la disponibilità dei fondi necessari. 
La presentazione 
delle richieste 
Le richieste redatte su apposito modello e corredate 
di dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, dovranno essere presentate 
direttamente al Comune di riferimento, a pena di decadenza, dal 1° gennaio al 28 
febbraio di ogni anno, con riferimento ai tributi pagati nell'anno di imposta 
precedente, a partire dal 2020. Il Comune è chiamato a effettuare i controlli 
in ordine al possesso dei requisiti prescritti e a stabilire l'importo del 
contributo spettante, previo riscontro del regolare avvio e mantenimento 
dell'attività. I contributi sono concessi, nell'ordine di presentazione delle 
richieste, fino all'esaurimento dei fondi assegnati. L'importo di ciascun 
contributo è determinato in misura proporzionale al numero dei mesi di apertura 
dell'esercizio nel quadriennio considerato, che non puó comunque essere 
inferiore a 6 mesi.
 
Assegnazione dei 
fondi 
Il legislatore ha stanziato specifiche risorse per 
l'erogazione dei contributi da parte dei comuni: 5 milioni di euro per il 2020, 
10 milioni di euro per l'anno 2021, 13 milioni di euro per l'anno 2022 e 20 
milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2023. Con decreto ministeriale 
saranno attribuiti i fondi ai Comuni, i quali dovranno iscrivere nel proprio 
bilancio un'apposita voce di spesa destinata all'erogazione dei contributi alle 
attività interessate. I contributi saranno erogati nei limiti delle risorse 
assegnate e, in caso di insufficienza, saranno ripartite in base all'ordine di 
arrivo delle richieste, in una sorta di "meccanismo a sportello". 
Fondamentale quindi per gli esercenti sarà la tempestività nella presentazione 
delle istanze.
 Le implicazioni 
operative 
L'agevolazione è di immediata applicazione, in quanto 
il Dm previsto dall'articolo 30-ter è funzionale unicamente a ripartire le 
risorse. Non occorre che il Comune adotti uno specifico regolamento in 
proposito. Ció che invece gli enti sono chiamati a fare è:
a) fornire adeguata informazione e pubblicizzazione 
della possibilità di ottenere le agevolazioni;
b) individuare il procedimento amministrativo da 
applicare. Se la responsabilità del procedimento, infatti, viene posta dalla 
norma in capo al responsabile dell'ufficio tributi, a essere coinvolti nel 
procedimento sono più soggetti: l'ufficio Suap per le verifiche inerenti i 
requisiti tecnici, la polizia municipale per eventuali controlli in loco, i 
concessionari esterni nella gestione dei tributi locali che riscuotono le somme 
eccetera;
c) stanziare nell'entrata del bilancio il contributo 
ministeriale e la corrispondente spesa necessaria al trasferimento alle 
imprese;
d) istruire la pratica e assegnare le risorse ai 
beneficiari;
e) liquidare e pagare i contributi;
f) presentare apposito rendiconto al ministero.